Nel secondo dopoguerra nuovi linguaggi espressivi hanno potuto manifestarsi sostenuti da un sistema produttivo efficiente. Abbiamo così visto nascere arte sotto forme inaspettate: video, installazioni, body art, arte concettuale, land art… esse testimoniano il pensiero plurale del nostro tempo e raccolgono la percentuale più alta del capitale investito nell’intero mercato dell’arte.

Grazie alla collaborazione della figura del critico d’arte, e con il supporto delle più moderne tecnologie diagnostiche, è possibile studiare l’opera d’arte non limitandosi a fornire un’attribuzione  attraverso lo studio dell’aspetto grafico e qualitativo ma anche verificando  la coerenza dell’opera con le tecniche proprie dell’autore, si forniscono così interpretazioni certe che arrivano a cogliere quelle sfumature che ci permettono di distinguere tra il vero, il verosimile ed il falso.

Particolarmente rilevante nell’identificazione dell’autore e nel riconoscimento del manufatto artistico è la sua presenza in pubblicazioni, cataloghi d’aste, cataloghi di esposizioni o mostre, collezioni… queste testimonianze risultano fondamentali nelle relazioni con le fondazioni e gli istituti riconosciuti al rilascio delle “autentiche” che oggigiorno sono un documento imprescindibile  per l’immissione sul mercato dell’arte.