MILITARIA

Di Andrea Romano Bonetti

Da molto tempo le armi del passato destano un interesse nell’ambito del collezionismo, arrivando ad occupare un loro piccolo spazio nel mercato antiquario.

Molti tra i rivenditori al giorno d’oggi esercitano la propria attività con un’offerta composita e differenziata, alcuni di loro qualificandosi persino nella vendita di accurate repliche, altri invece preferendo oggetti esclusivamente legati a momenti storici distinti, quali ad esempio l’epoca della Grandeur francese, il periodo militaristico germanico, quello risorgimentale italiano, i due conflitti mondiali, oppure i materiali da offesa e da difesa in uso nel Giappone antico e in quello del periodo imperiale.

Con la modernizzazione e crescita commerciale sono cambiati anche alcuni fattori e modalità che determinano la valutazione degli oggetti. Mentre infatti rimane consolidata dai tempi del connoisseur ottocentesco la pratica di attribuire un valore sulla base di età, rarità e stato di conservazione di un manufatto, il parametro determinato dal rapporto della domanda-offerta conosce oggi una profonda e continua modifica, in particolare dovuta all’azione di nuovi influssi culturali e all’affermarsi di gusti sempre più diversificati.

Il riversarsi sul mercato antiquario di molti di questi oggetti e la crescente domanda da parte dei collezionisti, hanno stimolato in Occidente lo sviluppo di una manifattura del falso, un tempo affermata e vivace nelle sole aree dell’Oriente interessate dal turismo di massa.

In Italia la proprietà, il godimento, la detenzione e il trasporto di quasi ogni tipo di arma sono regolamentati da una fitta e complessa normativa che spesso disorienta chi dopo un ritrovamento in soffitta, un’inaspettata eredità o desideroso di avvicinarsi al collezionismo, entri in possesso di questi oggetti e voglia conoscere leggi e doveri ai quali doversi attenere. Benché le tipologie di armi siano molte e il loro campo di applicazione articolato, è possibile considerare come abituali interessi del collezionista le armi da fuoco o da sparo e quelle cosiddette “bianche” (da taglio, da punta, da botta etc.). Nella classificazione del legislatore le prime possono essere da guerra, comuni, da caccia o sportive e, infine, antiche. Tranne che in poche eccezioni le armi da fuoco destinate alla guerra e funzionanti sono per ovvie ragioni interdette al collezionista e chi accidentalmente dovesse ritrovarne una è chiamato a segnalarne la presenza quanto prima alle autorità di pubblica sicurezza. Le armi comuni da sparo, siano esse da caccia, sportive o destinate alla difesa personale (incluse alcune ad aria compressa), possono essere detenute dopo aver conseguito apposita licenza del Ministero dell’Interno e averle denunciate a Polizia o Carabinieri.

Analogamente sono soggette a obbligo di denuncia e possesso di licenza le armi bianche considerate proprie, siano esse antiche oppure no.

Tutti coloro che intendessero collezionare armi antiche, artistiche o rare in numero superiore a otto sono obbligati al possesso di una licenza specifica per tale genere, mentre chi si trovasse nella condizione di possederne un numero inferiore è unicamente tenuto a denunciare gli oggetti al locale ufficio di pubblica sicurezza o al comando dei carabinieri in cui risiede.

A quanti inoltre volessero trasportare singoli pezzi o intere raccolte entro il territorio nazionale, vige l’obbligo di avviso alle medesime autorità.

Opero prevalentemente nelle aree di Torino, Genova, Milano, Venezia, Roma e in Costa Azzurra ma posso eventualmente raggiungere qualsiasi altra destinazione.

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